MUSEI CIVICI: MUSEO DELLE CERAMICHE

Coppa Faustina, Casteldurante

Il Museo delle Ceramiche raccoglie un totale di oltre 3400 ceramiche e prende corpo nel 1857, con l'acquisizione delle maioliche rinascimentali del cavaliere Domenico Mazza. Rappresentativa della produzione settecentesca "alla rosa di Pesaro" e "al ticchio" e ottocentesca locale è la collezione Ugolini, donata ai musei nel 1974; il lascito comprende anche esemplari dei secoli XVIII-XIX di alcune delle principali fabbriche italiane di ceramica. Documenta l'attività artistica del primo novecento, il nucleo di maioliche provenienti dalla fabbrica Mengaroni, giunto per acquisizione ai musei nel 1937. Infine una consistente raccolta di porcellane orientali ed europee, databili tra il XVII e il XIX secolo, e di maioliche sette-ottocentesche giungono al museo grazie alla donazione testamentaria della marchesa Vittoria Toschi Mosca nel 1885.

LE SALE

Maiolica alla rosa La Sala dell'Istoriato ospita parte della cospicua raccolta di Domenico Mazza, nobile pesarese dell'Ottocento, che illustra la fortuna della maiolica rinascimentale nel Ducato di Urbino, in particolare nei centri di Urbino, Casteldurante e Pesaro. Vi sono esposte coppe e albarelli decorate con soggetti biblici, mitologici o allegorici, dai colori vivaci e brillanti.
Nella Sala delle Raffaellesche vi sono maioliche del '500 e '600 decorate a raffaellesche delle botteghe locali Fontana e Patanazzi. Questa tipologia decorativa, che andrà a sostituire il genere istoriato, si ispira agli affreschi di Raffaello nelle Stanze Vaticane, desunti, a loro volta, dai motivi ornamentali scoperti nella Domus Aurea di Nerone.
La Sala dei Lustri accoglie maioliche a lustro del XVI secolo provenienti dai centri umbri di Deruta e Gubbio.
La Sala della Rosa testimonia l'originale produzione pesarese settecentesca caratterizzata dai motivi decorativi floreali della "rosa di pesaro" e del "ticchio" della fabbrica Casali e Callegari. La decorazione è a smalto, una tecnica che richiede una terza cottura e che conferisce all'oggetto un'inedita brillantezza.
La Sala dell'Ottocento pesarese è dedicata alla terraglia, che fu di gran moda nell'Ottocento e che fu importata dall'Inghilterra. Vi sono esposti curiosi oggetti di uso comune traforati e decorati: gli scaldini, le fioriere per tulipani o calle e gli animaletti portastecchini.
La Sala del Novecento è dedicata alla ceramica contemporanea. Al centro della stanza campeggia un'opera del ceramista vadese Nanni Valentini. Si tratta di un'installazione in gres, una mescolanza di argille naturali, intitolata "L'Angelo Diòniso", realizzata nel 1985.





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